Il mondo della musica è sempre affascinante sia che lo si viva da protagonisti del palco, sia che lo si viva svolgendo lavori collaterali dietro le quinte. Una figura intrigante del mondo musicale è quella del Dj, un musicista che può creare musica propria e originale, o cambiare quella esistente, che non necessariamente canta, ma aiuta a cantare e soprattutto fa ballare. Diventare dj non è una cosa semplice soprattutto se non si ha a disposizione una “piazza” sulla quale farsi conoscere o cimentarsi. Fare il dj a Roma offre certamente maggiori opportunità, anche se la concorrenza può essere altrettanto spietata e distinguersi diventa più faticoso.
Cosa serve per diventare dj
Quando si decide di intraprendere la carriera da dj occorre prima di tutto scegliere la musica da suonare e dove proporla. Poiché il lavoro principale del dj agli inizi è il mixare brani altrui, sarà necessario scegliere i brani, il genere musicale e avere un’idea del target e quindi delle discoteche in cui si vorrà proporre la propria “versione”. È bene cominciare con brani che piacciono a se stessi e con i quali ci si sente a proprio agio, anche se è professionale e corretto cimentarsi anche con brani e generi meno confacenti al proprio gusto ma che possono tornare utili per animare una serata. I generi più comuni con i cui iniziare a cimentarsi sono i sound “house” (e sue declinazioni: electro house, house commerciale, deep house), techno, minimal, afro dustep, Drum’n’bass, hip hop e molti altri generi.
Per mixare un brano, il dj ha bisogno di un software e di una consolle (o controller). Per i principianti, si può cominciare con un software di base scaricabile gratuitamente dal sito “Virtual Dj”, anche se non è professionale, permette di cimentarsi con i rudimenti del mixaggio (cue, scratch, ed effetti vari). I software più professionali e reperibili a pagamento sono il “Traktor Pro” utilizzato dai più importanti dj internazionali che offre molte funzioni di personalizzazione e la possibilità di salvare i propri samples e i loops, per realizzare l’effetto del Remix Live. Un altro software professionale è il Serato dj che costa molto più del Traktor perché offre una varietà di funzioni che aiuta il dj a creare sonorità veramente originali.
Un software ha, però, bisogno di girare su una buona piattaforma o consolle. Qui i costi lievitano decisamente. Prima di spendere tanto per una vera e propria consolle, si potrebbe partire con un controller che è uno strumento che raggruppa le principali funzioni che permettono di sfruttare gli elementi del software come gli equalizzatori delle frequenze (bassi, medi, alti), il cue, lo scratch, il pre-ascolto in cuffia, la possibilità di salvare le tracce e ritrovarle in archivio. Tra i controller per principianti ci sono il Traktor control S4 MK2 e il Pioneer DDj SX. A livello professionale, ci si deve spostare sulle vere e proprie consolle e la più importante per qualità e affidabilità c’è il Pioneer, ma non è per tutte le tasche. Però se si decide di fare il Dj con serietà, la consolle è un investimento che vale la pena. Altre consolle di marca e ugualmente valide sono la Numark e la Denon. Nulla impedisce di acquistarne una di seconda mano, purché ben tenuta e funzionale.
Una volta scelti il genere e l’attrezzatura, occorre mettersi alla prova con i brani veri e propri. Sebbene vi siano molti siti che permettono discaricare brani gratis in formato mp3, è sempre bene considerare la qualità dei medesimi, spesso conviene acquistare i brani da siti come Beatport o iTunes dove con pochi centesimi si possono acquistare tutti i brani che si desidera in ottima qualità. Un brano con una buona qualità di partenza garantisce un risultato migliore.
Per poter suonare i brani altrui tutelate già da copyright è necessario iscriversi alla SIAE o firmare un contratto SIAE che autorizzi all’utilizzo di brani altrui. Sul sito della SIAE c’è la sezione “Deejay online” alla quale sottoscriversi. Questo passaggio è fondamentale per screditarsi come DJ, ma soprattutto per poter suonare i brani nelle serate. Le tariffe sono le seguenti.
– fino a 2.000 copie lavoro = € 200,00+10,00 diritti di segreteria+IVA=€ 254,10
– fino a 5.000 copie lavoro = € 400,00+10,00 diritti di segreteria+IVA=€ 496,10
– oltre 5.000 copie lavoro = € 600,00+10,00 diritti di segreteria+IVA=€ 738,10.
Per cominciare, va bene la sottoscrizione di 2.000 copie lavoro. Dopo ciò occorrerà redigere il “borderò” che è l’elenco delle canzoni che decidete di suonare in una determinata serata affinché la SIAE possa distribuire le royalties.
Ma come fare per promuoversi e farsi conoscere? Il web è molto utile in questo, si può cominciare aprendo una pagina “social” (FB, twitter, sito personale) dove caricare i propri brani e farli ascoltare, poi sarà fondamentale inviare prova dei propri lavori a tutti i locali della zona e dei paesi limitrofi e se il proprietario di un locale trova la musica giusta per la serata, si potrà cominciare a fidelizzare il locale, confidare nel passaparola e nella qualità dei propri remix. Contemporaneamente sarebbe bene pensare a un nome d’arte efficace e un logo o un simbolo che vi distingui.